“Trampoli”
di Tommaso Correale Santacroce
ed. Titivillus/Stazioni del Teatro, 1997
Indice
Introduzione:
Gli stivali delle sette leghe
di Giuliano Scabia
TRAMPOLI. Immaginario e tecniche.
di Tommaso Correale Santacroce
Prologo
Note
Parte Prima - Il Gigante
I. Dei fantocci
II. Della grandezza, della potenza e dei guerrieri
III. Della paura, della maschera e una prima metamorfosi
IV. Della metamorfosi e delle proporzioni Note
Parte Seconda - Lo Spirito
I. Dell'attraversare
II. Del guado e della gru
III. Del volo
IV. Della caduta e della vertigine Note
Epilogo Note
Illustrazioni
Tre appendici
I. Delle corse e del circo
II. Della costruzione dei trampoli
III. Lessico Note
Riferimenti bibliografici
Cuesta de los danzadores, Anguiano, Spagna.
"...Le popolazioni di queste isole (ad esempio Tahiti, Hervey, Marquesas,
Paumoto) fanno un vero e proprio allenamento e durante le feste in memoria
dei morti si affrontano in combattimenti dove si mira a far cadere l'avversario.
Questi incontri si differenziano da quelli di Namur fondamentalmente per il
loro carattere rituale che si pone al centro del loro senso, così come
a Namur si ponevano le questioni di confronto sociale, di territorio e dimostrativo.
I combattimenti, come ho detto, si svolgevano nei giorni delle feste dedicate
ai defunti; nei giorni in cui ritualmente si affrontano questioni di scontro
tra vita e morte, bene e male, tra dei in opposizione, dove la caduta o lo
stare in piedi acquistano un senso che va al di là della vittoria personale
del trampolista.
Tutti questi esempi tratteggiano una immagine "guerriera" dei trampoli
che non si sarebbe potuta sviluppare a questo livello se non avesse posto
le sue radici nel movimento proprio del trampolare, dell'andare sui trampoli..."
(pag. 36, Della grandezza, della potenza e dei guerrieri)
"...La paura alla visione del trampolista non è cosa rara, anzi,
è ricorrente, sia con lievi spaventi, sia con terrore. Si spaventano
i bambini molto piccoli, si spaventano i cani e si spaventano i cavalli. Silvain
Dornon nel diario del viaggio Parigi-Mosca racconta come in una zona della
Russia non fu mai ospitato da alcuno, perché al solo vederlo camminare
sui trampoli la gente si barricava in casa terrorizzata; quando poi, per quella
strada, gli capitò di incrociare una carovana di carri, i cavalli s'imbizzarrirono
facendo rovesciare i carichi . Un greco al seguito dell'Imperatore Giovanni
Paleologo vide nel 1439 gli spiritelli a Firenze: ...camminavano co' piedi
di legno in alto, che era come un orrendo spettacolo..." (pag. 38,
Della paura, della maschera e una prima metamorfosi)
"...Il paese è quasi circondato da un largo torrente che varia
molto di dimensione lungo lo scorrere dell'anno: per andare ai pascoli o dirigersi
verso alcuni paesi vicini, per evitare un giro di chilometri a piedi è
necessario attraversare il torrente. Lo stato non costruisce un ponte per
un paese così piccolo e i paesani non possono stanziare una somma così
grande. Perciò si usano i trampoli.
Sono trampoli ad impugnatura fatti con rami biforcuti rinforzati da spago
o rami intrecciati, vengono lasciati ai bordi del fiume pronti per essere
usati. Tutti in paese li sanno usare e si muovono con essi con estrema tranquillità,
senza alcuna tensione; hanno un modo di salirvi e di scendervi così
semplice e fluido che, pur non avendo nulla di "spettacolare", riesce
ad essere affascinante. Una buona lezione per gli attori.
Abbiamo provato ad attraversare il torrente: si sente l'acqua spingere il
legno del trampolo e i sassi viscidi sul fondo; ad ogni passo bisogna far
uscire la punta del trampolo dall'acqua altrimenti si inciampa e prima di
spostarsi si deve sentire dove il trampolo va a conficcarsi, lasciandolo libero
di scivolare verso il punto dove poi, caricato del peso, sicuramente non si
potrà più spostare. Per gli abitanti di Trascastro è
emozionante attraversare il fiume come lo è stato per noi? ..."
(pag. 62, Dell'attraversare)
"... si parla della tensione fra attrazione verso l'alto, spinta al volo,
e gravità verso il basso, rischio della caduta. Il trampolista è
pienamente cosciente di questa dinamica irrisolvibile, è colui che
cerca nella gravità il segreto della leggerezza, nel reale uno spazio
per il desiderio: le figure che si potrebbero affiancare al trampolista sono
gli acrobati o i ballerini, parenti lontani potrebbero essere le marionette:
esseri che cercano una gravità dell'immaginario che si ponga in contrasto
con la gravità del reale. Se osserviamo i movimenti di un trampolista
noteremo che sono tutti rivolti verso l'alto e che tutti, dopo un culmine
che pare essere un battito d'ali, ricadono verso il basso. Questo movimento,
che pare una continua frustrazione, è in realtà ciò che
il trampolista ha di più ricco: è leggerezza unicamente dove
esiste gravità da contrastare..." (pag. 84, Della caduta e
della vertigine)
Danzatori a Parigi, 1924. Civica Raccolta Stampe
Bertarelli, Milano.
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